Paola Paolini ikigai mentoring

I valori dello yoga nel mio lavoro

Lo yoga, è conosciuta oggi come una disciplina puramente fisica, che ci aiuta a ritrovare forza ed equilibrio prima di tutto a partire dal nostro corpo. In realtà lo yoga va ben oltre le pose fisiche ed è un vero e proprio stile di vita. Rappresenta per me un costante percorso di crescita personale che giornalmente mi invita a guardarmi dentro, accogliendo emozioni e pensieri.

 

Yoga è unione

Yoga infatti è una parola sanscrita che vuol dire “unione”, ossia portare insieme gli opposti, superare la dualità, andare al di là del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, del bello e del brutto. In un mondo in cui è facile sentirsi dominati e vittima degli eventi esterni, fare yoga vuole dire ritrovare quell’unione, quella connessione, con la parte che teniamo più in ombra, quella parte che ci dà accesso a tutti gli strumenti per vivere una vita più armoniosa.

Come dicevo, lo yoga non si pratica solo sul tappetino. È possibile portare i suoi valori (Yamas e Nyamas) anche nella vita di tutti i giorni. E dunque anche nel proprio lavoro. Gli Yamas (atteggiamenti da tenere nei confronti del mondo) e i Nyamas (indicazione sulla condotta individuale), sono delle vere e proprie linee guida: una sorta di bussola per orientarsi nel caos degli eventi della vita e delle proprie decisioni.

 

Come lo yoga ha cambiato la mia vita

Dopo aver lavorato tanti anni per un’azienda multinazionale, ho sentito l’esigenza di costruire un ambiente lavorativo diverso, più in linea con le mie priorità e i miei valori. Uno spazio di lavoro più autentico che potesse trasformare i miei “punti deboli” in punti di forza, e che mi consentisse di poter donare al mondo tutte le mie competenze. È iniziata così l’avventura da freelance. Nella costruzione del mio nuovo mondo e del mio nuovo lavoro ho portato in maniera naturale anche i valori dello yoga. Si tratta di aspetti che ho deciso di porre al centro della mia “etica professionale”, con l’obiettivo di definire un approccio più salutare e gratificante alle dinamiche lavorative.

 

Yamas e Nyamas

Ecco quali sono e come contribuiscono alle mie giornate lavorative e non solo. 

Non violenza (Ahimsa)
Praticare la non violenza non vuol dire solamente sottrarsi a ogni tipo di scontro fisico o evitare di infliggere sofferenza a esseri umani e creature diversi da noi. La non violenza, in sanscrito Ahimsa, è un concetto più ampio, che include sì la pratica verso gli altri, ma anche nei confronti di noi stessi. Come praticare Ahimsa sul lavoro? Attraverso l'ascolto dei bisogni del momento, riducendo l'autocritica e il continuo confrontarsi con l'obiettivo di aspirare a un modello di perfezione che non ci appartiene, e che ci allontana dalla nostra essenza.
Non rubare (Asteya)
Il non rubare, che ci ricorda anche uno dei dieci comandamenti, suggerisce di non appropriarsi di cose altrui, non soltanto materiali. Nel lavoro lo possiamo declinare al concetto di non rubare, ad esempio, tempo ed energie a noi, ai nostri colleghi o ai nostri clienti. Tutti siamo stati vittima di riunioni inutili e improduttive. Ecco, Asteya (non rubare in sanscrito), ci invita a vivere in maniera più equilibrata il tempo e l'energia da dedicare al lavoro e agli altri.
Verità (Satya)
Questo Yamas ci invita a essere sinceri nel pensiero, nelle parole e nelle azioni, sia con gli altri che con noi stessi. Praticare la verità sul lavoro, ci aiuta a prendere decisioni più velocemente, perché esse saranno sempre allineante ai nostri valori, alla missione del nostro business o dell'azienda per cui lavoriamo. Nel lavoro dipendente è molto importante, infatti, lavorare per un'azienda che abbia dei valori che anche noi condividiamo e vogliamo portare nel mondo. Tutto questo presuppone però un lavoro preliminare su noi stessi, ossia la conoscenza dei propri valori e della propria autenticità.
Non avarizia (Aparigraha)
Aparigraha, la non avarizia, invita a non attaccarci alle cose materiali ma anche alle nostre credenze. A lavoro capita spesso di essere fortemente legati a delle idee, a un metodo, a delle teorie che ci fanno chiudere nel nostro guscio, e che ci portano a giudicare come sbagliato chi è diverso da noi. La non avarizia ci aiuta a lasciare andare la paura di perdere qualcosa. Ci aiuta, anche, a sviluppare la consapevolezza che le cose materiali che possiedi, in abbondanza o carenza che sia, non sono la sola fonte di felicità. Aparigraha ci stimola a riflettere sul valore del denaro e del riconoscimento del suo valore. Il denaro che sperimenti nella tua vita è sempre una proiezione del tuo Essere.
Moderazione (Brahmacharya)
Nello yoga parliamo del concetto di Brahmacharya, ossia impedire la dissipazione della propria energia attraverso l’uso improprio dei sensi. Come applicare questo valore al mondo del lavoro? Praticando la “moderazione”, sia nella gestione dell'equilibrio vita-lavoro, sia nell'evitare che i sensi dominino il nostro comportamento sul lavoro, causando la dispersione della nostra energia creativa. È così anche sul tappetino: quando adottiamo una posizione, infatti, dobbiamo imparare a regolare il nostro sforzo, in modo da non spingere, forzare, o disperdere la nostra energia inutilmente.
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Oltre la teoria, la pratica

YogaI valori dello yoga, sono quindi un supporto al quale poter attingere in ogni momento. Come fare? Impara ad includerli a piccoli passi nelle tue giornate, magari a partire da quello o da quelli che pensi possano aiutarti di più in questo momento della tua vita.

Scopri di più su come puoi iniziare a praticare yoga