Che cos’è la mindfulness

ll termine mindfulness significa “presenza mentale”, e traduce ciò che in sanscrito è espresso con la parola “sati”, che può essere tradotta con “consapevolezza”, ossia attenzione cosciente dell’attimo presente. La mindfulness è una pratica psicologica basata sulla meditazione, resa popolare in Occidente dal biologo Jon Kabat-Zinn, che ha pensato di utilizzarla per scopi clinici con l’intento di attenuare e, in certi casi curare, alcuni disturbi psicologici come l’ansia e la depressione.

 

Meditare è osservare

Con la parola meditazione si fa invece riferimento a quel processo di consapevolezza, di ritiro dei sensi, che ha come più alto ottenimento l’illuminazione.
Sebbene sia presente in tutte le tradizioni spirituali e religiose, sia in Oriente che in Occidente, quando si parla di meditazione si pensa subito al Buddhismo. Questo perché il Buddhismo è stata forse la prima forma di spiritualità che ha proposto la meditazione come strumento per arrivare al superamento del senso dell’io – inteso come illusione mentale che produce sofferenza.

“La meditazione non è una fuga dalla società ma è un ritorno a noi stessi.”

Le Quattro nobili Verità

Il Buddha, infatti, ci indica la strada con il suo discorso sulle Quattro nobili verità (che sono: la verità della sofferenza, la verità dell’origine della sofferenza, la verità della cessazione della sofferenza, la verità del sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza).

È vero infatti che noi sperimentiamo dolore, frustrazione, tristezza, ma queste emozioni hanno una radice che risiede negli attaccamenti a cose e persone, nella rabbia, nell’ignoranza e nell’ego. Tuttavia la sofferenza può cessare (terza nobile Verità) percorrendo un sentiero ben preciso, che parte dall’introspezione e dall’osservazione dei nostri pensieri per mezzo della meditazione, addestrando così la mente alla quiete.

 


Un aiuto concreto per calmare la mente

Meditare ci aiuta quindi a osservare da una prospettiva distaccata i nostri pensieri e le nostre emozioni, in uno stato di attenzione. Attenzione (dal lat. attentio -onis, der. di attendĕre «rivolgere l’animo»), vuol dire appunto accorgersi di ciò che accade in uno stato di “a-tensione”, ossia da una prospettiva distaccata, che ci consente di riconoscere l’illusorietà e l’impermanenza dei nostri pensieri e delle nostre emozioni; come se fossero nuvole che vanno e vengono nel cielo della nostra mente.

Nei miei percorsi di mindfulness potrai sperimentare in prima persona i benefici di questa pratica, perché ti aiuterò a costruire la tua routine di meditazione, praticando diverse tecniche meditative della tradizione Buddhista Theravada, abbinate a posizioni di yoga e tecniche di respirazione.

Contattami se vuoi iscriverti o ricevere maggiori informazioni.